Il termine EBITDA è l’acronimo di “Earning Before Interest, Taxes, Depreciation, and Amortization”, che è un indicatore di redditività utilizzato per valutare la performance di un’azienda. Questa metrica è essenziale perché misura il reddito operativo di un’azienda senza considerare l’impatto dei costi di interesse, delle tasse, e degli ammortamenti. L’EBITDA fornisce una rappresentazione molto accurata della capacità di un’azienda di generare profitti dall’attività caratteristica. Per il calcolo dell’EBITDA si parte dai ricavi, si sottrae il costo del venduto e le spese operative, cioè i costi indiretti sostenuti nel normale svolgimento delle operazioni aziendali, come stipendi, affitti e utenze.
Questo indicatore di prestazione aiuta a valutare la salute fondamentale di un’azienda concentrandosi sulla sua redditività operativa. Calcolando l’EBITDA, gli investitori possono valutare efficacemente la redditività di un’azienda, escludendo le spese dipendenti dalle decisioni discrezionali del management e dalle strategie di finanziamento. Concentrandosi su questi elementi essenziali, l’EBITDA consente confronti più accurati tra le aziende poiché elimina l’impatto di fattori quali decisioni di finanziamento, strategie fiscali e metodi di ammortamento.
L’importanza dell’EBITDA risiede nella sua capacità di servire diversi scopi importanti. In primo luogo, facilita il confronto tra diverse aziende. Poiché l’EBITDA esclude tasse, interessi e ammortamenti, diventa più facile valutare aziende che operano in settori diversi o con strutture finanziarie diverse. In secondo luogo, l’EBITDA fornisce informazioni sulla redditività principale di un’azienda, concentrandosi su questo parametro, è possibile valutare il rendimento di un’azienda nelle sue attività commerciali fondamentali, indipendentemente da fattori quali tasse o metodi di finanziamento. Infine, l’EBITDA gioca un ruolo nei processi decisionali.
Una limitazione dell’EBITDA risiede nel fatto che poiché l’EBITDA non è un parametro finanziario standardizzato disciplinato dai principi contabili generalmente accettati, esistono infatti almeno cinque metodi diversi per il suo calcolo, e le aziende potrebbero scegliere metodi che possono portare, potenzialmente, ad incoerenze sui risultati di bilancio.Proprio per il motivo sopraesposto, gli analisti, di prassi, specialmente nelle operazioni di Merger & Acquisition, usano apportare delle modifiche all’EBITDA per pervenire a quello che, nel gergo professionale, viene definito EBITDA Adjusted. Con le rettifiche all’EBITDA, analisti e investitori mirano a ottenere una comprensione più chiara della redditività di base di un’azienda dalle sue operazioni principali, escludendo elementi considerati insoliti o non ricorrenti.
L’EBITDA Adjusted, quindi, è calcolato, partendo dal risultato di bilancio, eliminando o aggiungendo determinati costi o ricavi, tra i quali, a titolo di esempio non esaustivo:
- Spese non ricorrenti: costi che è improbabile si verifichino di nuovo in futuro, ad esempio spese legate a fusioni e acquisizioni.
- Retribuzione della governance:potrebbero essere effettuati aggiustamenti per tenere conto delle retribuzioni degli amministratori che non rispecchiano le retribuzioni del mercato, sia in eccesso sia in difetto.
- Spese di ricerca e sviluppo (R&S): in alcuni casi, le spese di R&S vengono escluse dall’EBITDA per riflettere meglio la natura non operativa di tali investimenti. Sebbene le spese di R&S possano generare benefici futuri, sono considerate non ricorrenti nell’ambito dell’EBITDA.
- Spese di riorganizzazione: le spese legate a riorganizzazioni aziendali, come licenziamenti o chiusure di stabilimenti, possono essere escluse dall’EBITDA in quanto rappresentano spese non ricorrenti che non riflettono le normali operazioni dell’azienda.
- Entrate non operative: allo stesso modo in cui vengono escluse le spese non operative, vengono escluse anche le entrate non operative dall’EBITDA. Questo potrebbe includere, ad esempio, guadagni da vendite di asset non correlati alle attività principali dell’azienda.
- Effetti di eventi eccezionali: eventi eccezionali come catastrofi naturali, pandemie o crisi economiche possono influenzare le performance finanziarie di un’azienda in un dato periodo.
- Spese legate a cause giudiziarie o contenziosi tributari: queste possono essere escluse dall’EBITDA in quanto rappresentano spese non operative che non riflettono le normali operazioni dell’azienda.
- Effetti di fluttuazioni temporanee dei prezzi delle materie prime: le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime possono influenzare i risultati finanziari di un’azienda, ma possono essere considerate non indicative delle sue performance operative e quindi escluse dall’EBITDA.
- Spese di viaggio e intrattenimento: Le spese di viaggio e intrattenimento possono essere escluse dall’EBITDA se non sono considerate indicative delle performance operative regolari dell’azienda.
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